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Ciano, Galeazzo.

Diplomatico e uomo politico italiano. Figlio dell'ammiraglio Costanzo, conte di Cortellazzo, che era stato tra i fondatori del fascismo, trovò la via spianata per una rapida ascesa politica. Nel 1930 fu nominato console generale a Shanghai, poi ministro plenipotenziario in Cina. Nello stesso anno sposò la figlia di Mussolini, Edda. Nominato nel 1933 capo dell'ufficio stampa di Mussolini, divenne poi sottosegretario per la Stampa e Propaganda (1934), ministro per la Cultura popolare (1935), e nel 1936, a soli 33 anni, ministro degli Esteri. Di temperamento mite, debole e superficiale, sopperiva con la scaltrezza e una certa intelligenza alla mancanza di cultura. Avversato dai fascisti della vecchia guardia, fu per vari anni uno strumento passivo nelle mani del suocero. Per quanto neutralista convinto, mancò del coraggio morale necessario per esprimere il proprio punto di vista quando fu firmato il Patto d'acciaio, che obbligava l'Italia a intervenire a fianco della Germania in caso di guerra. Anche dopo lo scoppio della guerra rimase a capo del ministero degli Esteri, carica che conservò grazie alla costante sottomissione al volere di Mussolini. Solo nell'autunno 1942, con l'aggravarsi della situazione militare, si distaccò dalla linea di Mussolini e nel febbraio 1943 fu costretto a lasciare il ministero degli Esteri e fu nominato ambasciatore presso il Vaticano. Nella seduta del Gran consiglio del 24 luglio 1943 votò l'ordine del giorno Grandi che portò alla caduta di Mussolini. Ciò gli costò la deportazione in Germania e la condanna a morte da parte del Tribunale speciale di Verona, dove fu fucilato l'11 gennaio 1944. Discordi sono i giudizi sul valore e l'importanza del suo famoso Diario, pubblicato postumo tra il 1946 e il 1948 (Livorno 1903 - Verona 1944).